Se analizziamo le condizioni originali in cui la tragedia greca veniva messa in scena, e in particolare il gioco tra l’artificio teatrale e l’ambiente naturale all’aperto in cui il teatro greco era collocato, come potremmo studiare il teatro greco, oggi, in modo tale da dischiudere il suo potenziale radicale? La tragedia greca pone i suoi protagonisti in situazioni letteralmente terrificanti, delle quali questi hanno piu’ o meno responsabilita’, dove molto e’ in gioco, e poi chiede loro di agire. La parola greca per questa difficile situazione, krisis, non sta ad indicare distruzione o caos, come accade invece con il nostro termine "crisi", ma implica piuttosto una scelta o una decisione. Premesso questo, gli individui di una comunita’ che si trovino ad affrontare una situazione critica, sono soggetti a numerose influenze, tra le quali i modelli precedenti di comportamento appropriato. Potremmo chiamare la matrice di queste influenze "ideologia": l’intreccio di quei presupposti che i membri di una societa’ posseggono, o ci si aspetta che posseggano, a cui sono educati o indottrinati, e per i quali ricevono riconoscimento. In circostanze normali, l’ideologia passa inosservata e non viene messa in discussione, a condizione che abbia una base di idee, valori e azione. Nei momenti di crisi dunque, la gente tende ad attingere a questi modelli di pensiero e azione, convalidando l’ideologia che ha plasmato la loro reazione. Tuttavia, quando gli eventi diventino sufficientemente gravi o traumatici (come sono generalmente quelli della tragedia greca) la gente puo’ anche arrivare a mettere in discussione questi modelli, e spezzare i soliti circuiti obbligati di comprensione e reazione. In tal modo, circostanze estreme aprono nuovi orizzonti di pensiero e azione, e generano nuove crisi (scelte) che hanno in se’ la possibilita’ di trasformare e anche indebolire i regimi dell’ideologia.
Analizziamo questa possibilita’ ricostruendo la reazione degli Stati Uniti agli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono del Settembre 2001. Gli americani mostrarono una gamma di reazioni che vanno dallo sconforto alla rabbia, dallo shock al dolore, dal patriottismo al razzismo, dal coraggio alla paura…Gli eventi dell’11 Settembre momentaneamente forzarono gli Stati Uniti a mettersi a confronto con la violenza dalla prospettiva delle vittime del terrore.
Con questi esempi contemporanei in mente, torniamo alla societa’ che ha prodotto la tragedia greca. L’Atene del V secolo aveva infatti una propria ideologia civile e le proprie modalita’ di pensiero dominante, che ci offrono interessanti punti di contatto con il nostro… E quando si va ad analizzare le singole tragedie emerge qualcosa di particolarmente significativo. Se da una parte troviamo discorsi, personaggi e situazioni che avallano misoginia, schiavitu’, violenza politica, implacabilita’ imperiale e propaganda ateniese, ancor piu’ spesso scopriamo che questi argomenti sono presentati dal punto di vista delle loro stesse vittime. Incontriamo infatti mogli (Medea, Clitennestra, Deianira, Fedra, Euridice) e figlie (Elettra, Ifigenia, Antigone) che sono state vittime di abusi; donne prigioniere o schiavizzate (le Danaidi, Tecmessa, Iole e le donne di Ecalia, le donne di Tebe possedute da Dioniso); vittime del potere e di espedienti politici (Prometeo, Filottete, Neottolemo, Oreste esiliato, Megara, Anfitrione, i figli di Eracle); e infine le vittime di guerra (Ecuba, Andromaca, Cassandra, Polissena, le donne Troiane). La presenza preponderante di queste figure rappresenta una critica interna ai presupposti e alle pratiche dell’ideologia ateniese e fa della rappresentazione tragica un atto pubblico destabilizzante…La tragedia greca, almeno nel V secolo, presentava voci alternative di innegabile potenza. Legando tali voci alla narrazione di un passato mitico, i tragici evitavano argomentazioni troppo esplicite.
Guerra e Militarismo
Nell’Aiace di Sofocle ascoltiamo un rifiuto netto della guerra e di coloro che ne sono responsabili. Cosi’ il Coro:
"Per quanto tempo? Quando questo susseguirsi di anni erranti
cessera' di portarmi questa rovina senza fine
di battaglie che straziano sui campi di Troia,
vergogna funesta per tutti i Greci.
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