PODISTI PER UN GIORNO - Le motivazioni che spingono i maratoneti a confrontarsi tra le vie della Capitale sono tra le più disparate. Gli 86 disabili al via vorranno certamente misurarsi con se stessi, e i 42 "fedelissimi", che hanno partecipato a tutte le precedenti edizioni, dimostrare la propria immunità al trascorrere del tempo. Di certo ognuno può portare lungo i 42 km della corsa agonistica, o sul percorso ridotto "Romafun 5km", la propria storia, il proprio messaggio. Ci saranno 120 donne norvegesi esordienti, che hanno aderito alla proposta della connazionale Vibeke Bjerg; ci sarà un clown, che correrà lanciando le palline da giocoliere per supportare una raccolta fondi; altri 100 dell'associazione "Barletta sportiva" correranno in ricordo del grande Pietro Mennea (oro a Mosca nei 200m piani) e non mancheranno anche rappresentanze di varie associazioni e onlus. Tra le note più curiose la presenza di due competizioni interne come il "Campionato sindaci e Amministratori pubblici" e il "Campionato bancari e assicurativi".
La medicina tradizionale cinese sostiene che il corpo umano sia attraversato da Meridiani. Si tratta di canali in cui scorre l’energia vitale, il Qi. In cinese questi sistemi di conduzione energetica, vengono chiamati Jing Luo: Jing significa «ordito in un tessuto»; Luo vuol dire «rete».
Proprio come un albero è costituito da radici profonde che raccolgono il nutrimento, e da un tronco verticale in cui questo nutrimento vitale scorre fino ai rami più lontani dalla terra, allo stesso modo il corpo umano è costituito da un sistema di cellule e organi che veicola, trattiene e produce energia.
I Meridiani penetrano negli organi e nelle viscere collegando i livelli più profondi del corpo con le ossa, la pelle, i muscoli, i tendini e gli organi di senso. Questa rete, che consente lo scambio energetico e la circolazione sanguigna, mette in comunicazione costante tutti gli elementi del nostro organismo. Ciò significa che se c’è uno squilibrio al livello profondo del corpo, ne esiste una traccia anche al livello superficiale, cioè sulla pelle.
Su questo principio si fonda l’azione dell’agopuntura.
L'Italia a Sochi 2014 "ringrazia" la compagine femminile: 5 medaglie su 8 arrivano dalle atlete azzurre.
NEL SEGNO DI ARIANNA - L'eredità delle Olimpiadi invernali russe è un sentimento complesso, a metà tra la soddisfazione e amarezza. I dati più evidenti della prima spedizione targata Malagò sono due: da un lato il miglioramento sostanziale rispetto al precedente appuntamento (a Vancouver l'Italia salì sul podio appena 5 volte); dall'altro l'impietoso zero alla voce "medaglie d'oro", che non compariva nel nostro palmares da 34 anni. La bilancia pende ancor più in favore del rammarico se pensiamo che gli azzurri hanno collezionato svariati quarti posti sulla scia di quanto accaduto, in discipline differenti, a Londra 2012. Gli stessi piazzamenti di Nadia Franchini (Supergigante) e Daniela Merighetti (Discesa), alla luce delle condizioni fisiche e ambientali che hanno inciso sulla gara, hanno un sapore agrodolce.
Brucia più di tutti l'argento di Arianna Fontana nello short track 500 metri. “Ero convinta e credevo di poter portare a casa l'oro. Volevo fare la stessa gara della semifinale e passare la coreana al momento giusto. Invece mi sono trovata contro il materasso". L'azzurra, caduta già alla seconda curva in seguito al contatto con la britannica Elise Christie (poi squalificata), si è dovuta accontentare della seconda piazza, dietro alla cinese Li Jianrou. A 48 ore di distanza, il 15 febbraio, la ventiquattrenne di Sondrio si è rialzata confermandosi sul podio nella 1500 metri, dove ha centrato il terzo bronzo consecutivo in altrettante Olimpiadi.
Non vi sono che due paesi, l'Oriente e l'Occidente; due popoli, gli Orientali e gli Occidentali. Honoré de Balzac
Fin dai tempi antichi l’Oriente ha affascinato e ammaliato uomini, popoli e scrittori. Basti pensare a quanto è stato scritto sulla figura di Medea, madre infanticida, descritta da Pindaro, Euripide, Apollonio Rodio, Ovidio e altri ancora. Colei che prima ancora di essere una donna follemente innamorata di un uomo greco, Giasone, era una maga. Una maga della Colchide ritenuta, non a caso, la patria della magia. Ella è conoscitrice di erbe e pozioni magiche che lei stessa abilmente prepara, invocatrice di divinità infere e che, per vendetta o per amore, prepara filtri e compie sortilegi. Il suo personaggio ci è stato tramandato dalla letteratura, da scrittori antichi e moderni, Corrado Alvaro e Christa Wolf, da opere musicali, come quella di Cherubini e anche dalla cinematografia, basti pensare alla Medea di Pasolini.
Questo interesse per le realtà misteriche orientali ebbe grande rilevanza nel sincretismo religioso di epoca ellenistica e romana proprio per il carattere esoterico dei culti. La cultura romana imperiale fece suoi quelli di Serapide, Iside e Osiride dall’Egitto, di Cibele dall’Asia Minore e del dio Mithra dalla Persia. Si eressero templi, isei e mitrei.
Il mitraismo ebbe una grande diffusione a Roma a partire dal I sec. a.C. e conobbe il suo apice tra il III e IV secolo. I suoi rituali erano segreti e noti solamente agli adepti, da cui le donne erano escluse, e, non a caso, non possediamo un corpo di scritture rivelate; l’archeologia, però, ci aiuta non poco. Numerosi sono i mitrei risalenti al tardo impero romano. Questi santuari sono, normalmente, sotterranei e di modeste dimensioni: per questo motivo potevano contenere pochi iniziati.
Quella del sole è una terapia naturale utile soprattutto a livello preventivo, per contrastare diversi disturbi legati perlopiù alla pelle e alle ossa, ma non solo. L’elioterapia aiuta i muscoli a rilassarsi, distendersi e migliora la mobilità articolare. I raggi solari UV-A e UV-B aiutano la fissazione delle particelle di calcio nelle ossa, rendendole così più resistenti nel tempo, e stimolano la sintesi della Vitamina D.
Un recente studio condotto da alcuni scienziati dell’Università di Edimburgo - ed esposto a maggio 2013 durante l’International Investigative Dermatology Conference, tenuto nella capitale scozzese - ha confermato che quando c’è una carenza di vitamina D, una dieta a base di integratori di tale vitamina non è sufficiente e che pertanto, la luce solare si rivela indispensabile.
Lo stesso studio ha rivelato che la pelle quando viene esposta al sole, rilascia ossido nitrico, un composto chimico liberato nei vasi sanguigni, che abbassa la pressione arteriosa. Gli scienziati che hanno condotto la ricerca, ne concludono che l’esposizione controllata ai raggi solari riduce anche le probabilità di rimanere vittime di ictus o infarti.
Le lesioni muscolari non riguardano solo gli atleti, soprattutto in una società come la nostra, dove i ritmi serrati e i molti impegni quotidiani non lasciano tempo per prendersi cura del proprio corpo.
Posto che questo genere di lesioni è molto più frequenti nelle persone che praticano sport regolarmente o al livello agonistico, le cause di una lesione muscolare fuori dall’ambito sportivo, possono essere svariate: movimenti improvvisi non controllati, bruschi cambiamenti di postura, problemi legati alle articolazioni alla struttura muscolare o squilibri posturali, ma anche una serie di microtraumi non curati.
Spesso lesioni muscolari ignorate o mal curate possono causare problemi permanenti o dolori cronici, per questo può essere utile a chiunque saperle riconoscere e magari mettersi nella condizione fisica di poterle prevenire.
Esistono diversi gradi di lesione muscolare - contrattura, stiramento e strappo - che si differenziano in base all’entità e alla dimensione della lesione delle fibre muscolari in questione.
La contrattura insorge quando l’attività di sollecitazione muscolare è superiore alle capacità del muscolo in questione. La contrattura è un atto difensivo del muscolo, cioè una reazione involontaria che contrae il muscolo per far sì che non ceda sotto l’eccessivo sforzo. Poiché è generata da un meccanismo di autodifesa del tessuto muscolare, la contrattura non comporta rottura di fibre e per questo rappresenta la lesione muscolare meno grave che si possa subire. Tuttavia il dolore che deriva da questo tipo di lesione è fastidioso perché incide sulle possibilità di movimento e di deambulazione, e si intensifica non appena il muscolo si mette in attività.
La fitoterapia o “trattamento a base di piante” è tornato di moda… o forse, non è mai scomparso! Il termine deriva dal greco: phytón (pianta) e therapéia (cura). Questa pratica prevede l’utilizzo delle piante o di loro estratti per cura o per il mantenimento del benessere.
Da non dimenticare è che, fin dai tempi antichi, la medicina popolare si serviva di questa pratica. Inoltre molti dei nostri farmaci dipendono ancora da sotanze naturali.
Il principio attivo dell’aspirina, per esempio, uno dei farmaci più usati da chiunque di noi ed è presente nella corteccia del salice bianco e nei fiori di olmaria.
Lo zenzero è invece un ottimo anti-nausea. 1 o 2 grammi possono alleviare quella spiacevole sensazione che spesso ci pervade durante i “viaggi”. Inoltre le sue radici possono essere usate in cucina o per la preparazione di tisane.
Il papavero, utilizzato in medicina per la produzione di morfina e codeina, è un potente anti-dolorifico e sedativo per la tosse in quanto è in grado di agire a livello dei recettori del dolore.
I medicinali a base di radici di valeriana possono alleviare disturbi del sonno e lievi tensioni nervose o stress. Inoltre, dopo essere state asciugate, le radici possono essere utilizzate anche per la preparazione di tisane.
L’erba di San Giovanni, conosciuta anche come Iperico, è una pianta dai fiori gialli, è utilizzata ampiamente per ansia, depressione lieve e per i disturbi del sonno.
Nei secoli l’uomo ha quindi imparato a trarre dalle piante le varie virtù e a produrne cure efficaci. Ovviamente non tutte le erbe possono essere usate indiscriminatamente; come nella medicina tradizionale, infatti, alcune piante sono in indicate per un certo problema ma controindicate per altri.
Ore 20, San Lorenzo, Roma. Sono uscita dal lavoro e non so che cosa mangiare per cena. Sinceramente non ho troppa voglia di pensarci e neanche molta voglia di impegnarmici più di tanto.
Entro dal fruttivendolo di via Tiburtina… mi piace la distesa di colori, il verde dei 10 tipi di insalate, i rossi dei pomodori, le forme e le screziature delle mele… il mio frutto preferito! A pranzo mangio quasi sempre carboidrati… una pasta, un panino e la sera, almeno ultimamente, cerco di pensare a qualcosa di diverso.
Tutto ciò per dire che cercando su internet qualche ricetta diversa per preparare la verdura mi sono imbattuta in un articolo interessante: consumare frutta e verdura allontanerebbe ansia e depressione.
Beh, che dire? Non mi sembra poco! Pare infatti che una dieta squilibrata e ricca di grassi peggiori il nostro stato psichico mentre frutta e verdura producano effetti benefici sull’umore.
Ovviamente è necessaria un’alternanza di tipi e di colori diversi. Per esempio le verdure giallo-arancioni, come carote, pomodori, peperoni e albicocca sono ricche di antiossidanti; gli ortaggi a foglia verde, spinaci, broccoli, lattuga alleviano il senso di stanchezza e confusione mentale grazie all’apporto di potassio. Agrumi e fragole , invece, contengono la vitamina C che, in casi di stress prolungato, tende a venire meno.
Ovviamente è sempre preferibile scegliere la frutta e verdura di stagione e gennaio ci offre ortaggi dal sapore deciso: cavoli, cavolfiore, cime di rapa e radicchio. Classica frutta di questo periodo dell’anno sono gli agrumi ma a volte possono stancare! Valida alternativa è l’ananas, anche se d’importazione. Mangiarne fa bene e fa perdere peso, anche se, ovviamente, tutto ciò è legato al tipo di alimentazione che seguiamo. Contiene infatti un enzima, la bromelina, che inibisce il corpo all’assorbimento di proteine.
Il mio consiglio è quindi quello di porre di più attenzione a quello che mangiamo e, a volte, se avete tempo, magari evitate di andare al supermercato per comprare frutta e verdura ma privilegiate i piccoli fruttivendoli del quartiere perché anche il piacere di un negozietto ricco di colori può essere una piccola carezza quotidiana che nello stress di tutti i giorni non può che farci almeno sorridere.
Ciò fatto, vediamo lì dentro capponi e pancette, e in mezzo, a far da Pegaso, una lepre fornita d’ali.
E notammo ancora agli angoli dell’alzata quattro figure di Marsia, dai cui otricelli scorreva una salsa pepata, con sotto dei pesci che nuotavano in una specie di euripo.
Tutti applaudiamo a incominciare dai servi e ridendo muoviamo all’assalto di quella roba prelibata. (Petronio, Satyricon)
Proprio come oggi, anche la dieta dell’antica Roma era scandita da tre pasti principali: colazione, pranzo e cena, di cui quest’ultimo era il principale. Se in epoca arcaica i pasti erano frugali, a partire dal II sec. a.C fu necessario emanare delle leggi per limitare le spese di ciascuno in occasione di cene conviviali e, un ottimo esempio di ciò, ce lo tramanda Petronio nel suo Satyricon con la descrizione della cena di Trimalcione.
Sin dall’antichità a oggi i prodotti dell’Agro, le verdure e i legumi hanno sfamato un po’ tutti, soprattutto le classi meno abbienti.
Nella cucina degli antichi non mancavano cereali e legumi: farro, orzo, ceci, lenticchie, piselli spesso consumati in zuppe. Le verdure non dovevano mancare nel proprio orto di casa. Si consumavano cavoli, lattuga, rucola, cicoria, i cardi, il crescione, il coriandolo, l’aneto, le carote, il sedano, l’aglio, le cipolle, il papavero, la bietola, il porro, le rape, l’origano, l’indivia, il basilico, gli asparagi, la menta, la zucca, i cocomeri, i cetrioli, il rafano e la malva.
De tenere in dispensa anche la frutta: pere secche, fichi, uva passa anche se si privilegiava quella secca perché protetta dal guscio (nocciole, noci, mandorle e pinoli). Dai ritrovamenti pompeiani pare che fossero anche diffusi i datteri. Vi erano poi la carne, le uova, il latte e il pesce. L’allevamento suino aveva grande importanza perché si disponeva subito di carne fresca e facilmente essiccabile. Non mancava la selvaggina e l’allevamento di lumache e ghiri, tenuti nei giardini in appositi contenitori, che integravano il tradizionale consumo di carni.
Il pesce faceva un po’ da padrone. Lungo le coste della nostra penisola si allestirono allevamenti di ostriche, murene e di orata o sarago.
E oggi… che si mangia a Roma?
Fin dall’antichità l’acqua e il bagno turco hanno suscitato sempre grande fascino…
«Una città non è completa se non ha il suo hammam» così disse la principessa Sherazade delle Mille e una notte durante le sue nottate trascorse a raccontare favole e storie passionali al sultano.
Ma cos’è esattamente un hammam? È un complesso termale in cui donne e uomini possono prendersi cura del proprio corpo, passare in modo piacevole il tempo e luogo ideale per incontrarsi. È composto da una successione di stanze a diversa temperatura e quantità di vapore. Si parte da quella più fredda per concludere nella più calda.
L’hammam passo dopo passo… per prima cosa ci si fa una doccia e si entra nel tepidarium in cui viene effettuato il savonage, l’insaponatura con sapone nero. Si entra poi nel calidarium: qui l’alta temperatura permette al corpo di espellere le tossine così da preparare la pelle per i trattamenti successivi. Segue poi un gommage con guanto ruvido e un massaggio reidratante e rilassante.